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giovedì 7 febbraio 2013

PDL: il programma politico


Oggi mia mamma mi ha detto di andare a fare la spesa ricordandomi di prendere la lista prima di uscire. Arrivato al supermercato mi sono ritrovato davanti un elenco puntato infinito, di ben 18 pagine, che ha turbato la mia mattinata. Dopo lo shock iniziale ho osservato bene e ho notato che quello che avevo tra le mani era la lista della spesa del PDL. Così dopo aver finito la spesa mi sono seduto nell'area relax del supermercato e ho deciso di iniziare a leggere questo famoso programma. Fin dalle prime battute si nota come sia forte l'attaccamento di questo partito nei confronti di Silvio Berlusconi.

I primi elenchi puntati parlavano di: 
  • elezione diretta e popolare del Presidente della Repubblica (avrebbe così la certezza della conquista del Colle grazie al suo carisma, che, è inutile nasconderlo, incanta molti italiani.)
  • rafforzamento dei poteri del governo  (chissà come mai???)
Proseguendo nella lettura scorgo punti interessanti come: 
  • l'abolizione dei finanziamenti ai partiti 
  • dimezzare tutti i costi della politica
Cose giuste e ovvie, tuttavia nessuno ha mai veramente cercato di porre fine a questi sprechi. Nessun partito si è mai preso la briga di dire "questi soldi non li vogliamo". Nessuno governo ha cercato di proporre un decreto legge che avesse come obiettivo quello di abbassare gli stipendi dei parlamentari italiani portandoli alla media di quelli europei.
Dopo di che il programma si concentra sulla politica estera dove si ritrovano idee simili a quelle del PD. Molto più chiaro e semplice, quello del PDL contiene punti che colpiscono subito l'opinione pubblica stimolando l'interesse collettivo, quali:
  • Centralità dell'Italia nella politica Europea
  • Elezione popolare diretta del Presidente della Commissione europea
  • Superamento di una politica europea di sola austerità 
Il PDL ha come obiettivo quello di porre l'Italia al centro delle questioni europee. Se tale operazione riuscisse in maniera corretta, ne trarremmo numerosi vantaggi sia dal punto di vista economico, sia per il rilancio della nostra immagine. Un altro spunto che colgo con interesse è l'elezione del Presidente della Commissione Europea tramite voto popolare. Un atto che conferirebbe più valore all'UE e che aumenterebbe  il senso di appartenenza e di coesione all'interno dell'Unione Europea.
Questi primi punti mi lasciano positivamente sorpreso. Infatti il modo di sintetizzare i vari punti, risulta efficace alla lettura ed è facilmente comprensibile. Man mano che proseguo la lettura i bei pensieri svaniscono piano piano. Non tanto nel modo in cui è scritto ma per le cose che trovo scritte. Compaiono molte promesse che ingolosiscono parecchio chi versa in difficoltà economica (come tutti noi del resto) come:
  • Eliminazione dell'IMU (si è parlato di rimborsi che non sono fattibili, in quanto gran parte di quei soldi sono stati già spesi dallo Stato. Dunque si dovrebbe attingere da altri fondi, ma quali???)
  • No alla patrimoniale (questo non interessa il popolo ma solo un cerchio ristretto di persone che, come lui,  fanno parte della casta dei -passatemi il termine- rotti in culo. Questi ultimi dovrebbero sentisi in dovere di aiutare chi in questo momento si trova in grosse difficoltà)
  • Riconoscimento alle imprese, per le nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato (sarebbe una buona cosa se non fosse che nella stessa pagina c'è scritto che vogliono il ritorno in toto della legge Biagi, mah?!?!)
  • Abolizione degli enti inutili (mirano sempre all'ignoranza della gente facendo credere che eliminando gli "enti inutili" si abbia un ritorno economico positivo. Un pensiero sbagliatissimo  dal momento che chi lavora in quei settori verrà tagliato: rimarrà senza lavoro. Oramai questi enti esistono: bisognerebbe regolarizzarli e aumentare i loro compiti cercando di "sfruttarli" al meglio)

Ci sarebbero altri punti da analizzare, tuttavia il post risulterebbe troppo lungo e noioso. Vi posso assicurare che si incontrano altri punti sconcertati per chi ancora credere in un'Italia giusta ed equa per tutti (vedi paragrafo sulla giustizia pag.15). Sono solo false promesse che non si potranno mantenere in quanto il governo Italiano non è in grado di far fronte a tutte queste riduzioni di tasse (irap in primis, imu, accise ecc..). Così facendo si creerebbero solo maggiori problemi che andrebbero ad intaccare ancora di più l'economia generale del paese che è già debole. 
Inoltre trovo che un partito che pone come obiettivo primario:
  • attribuzione e utilizzo in ambito regionale, prevedendo la riduzione della pressione fiscale, di risorse in misura non inferiore al 75% del gettito tributario complessivo del Enti di cui all'art. 114 della Costituzione prodotto nel singolo territorio regionale e che le risorse prodotte del restante 25% gettito tributario complessivo siano utilizzate dallo Stato per sostenere le spese di Amministrazione relative a funzioni non territorializzabili e quelle relative alla perequazione nazionale.
non debba entrare nemmeno in Parlamento.  Con questa proposta solo determinate regioni (quelle del Nord) vedrebbero aumentate le loro ricchezze e i loro servizi (sanità, scuola, sicurezza, posti di lavoro ecc..). Così si creerebbe ancora più dislivello all'interno dell'Italia. Chi ama l'Italia non può che rabbrividire di fronte a queste proposte che lascerebbero il Sud in condizioni tragiche e disumane creando all'interno dello stesso stato un paese del Terzo Mondo

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