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mercoledì 28 novembre 2012

Ci stanno rubando il futuro.

Ogni giorno che passa è sempre peggio. Non si intravede mai la luce. I giovani, come me, vorrebbero fare tanto. Siamo una generazione, costretta, del vogliamo ma non posso. Vorremmo costruirci un futuro. Poi guardiamo intorno a noi e vediamo solo buio profondo. Non c'è un filo di speranza che possa far crescere il nostro entusiasmo, non c'è un soccorritore che ci dia luce. Non c'è nessuno che si prenda cura delle nostre sofferenze, delle nostre paure. Siamo pieni di ambizioni. Abbiamo cassetti stracolmi di voglia di fare. Vorremo avere la possibilità di dimostrare quello che valiamo. Noi non siamo quelli che non si accontentano, come dice la Fornero. Noi siamo quelli laureati, diplomati che la mattina si svegliano alle 7 (alcuni anche prima) e fanno i lavori più umili per quattro spicci. Noi siamo quelli che si accontentano di lavorare a un mese, a due mesi, a un giorno o come cazzo ti vogliono "assumere". Siamo quelli che grazie alle agenzie interinali, se arrivano a 5 euro netti all'ora sono contenti e dicono: "DAI PAGANO ABBASTANZA BENE QUESTI". Siamo quelli che i 1000 euro al mese li vediamo raramente (mai). Siamo quelli che lottano brancolando nel buio più totale. Certo alcuni smettono di lottare, forse ho smesso anche io da tempo, ma provate voi (Fornero, Marchionne, Monti, Berlusca, ecc.) a vivere ogni giorno con l'ansia di non farcela, di non vedere realizzate le vostre ambizioni.
Le nostre paure vengono aumentate giorno dopo giorno da quello che vediamo e sentiamo. L'Italia ora come ora e piena di giovani come noi. Il mio pensiero va, sopratutto, agli operari dell'Ilva, agli operai fiat, agli operari lancia, agli operai iveco, ai lavoratori nokia e a tutti quei lavorati che quotidianamente soffrono come noi. 

Questo è il risultato delle vostre chiacchiere inutili. Un bla bla di economisti laureati alla Bocconi, Sapienza ecc. che sanno solo dare numeri, statistiche e piani anticristi. Siete dei libri stampati senza anima. Se non si mette cuore in quello che si fa, non si risolve il problema. Siete quelli che vanno nei salottini a discutere la soluzione. Ma la soluzione è semplice, dovete andare via, fuori dai coglioni. Lasciate questo paese nelle nostre mani. Nelle mani della gente comune che arriva con il cuore dove voi con gli studi e le teorie non siete arrivati. 



FACCIAMO VALERE I NOSTRI DIRITTI 


La Costituzione italiana recita:


Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

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