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venerdì 23 novembre 2012

Vecchie abitudini

La scuola italiana ha i presidi più anziani d'Europa. Circa l'85% dei dirigenti scolastici ha superato i 50 anni d'età. L'Italia, purtroppo, è abituata a questi tristi primati d'anzianità e così oltre ad avere  i dirigenti d'azienda più vecchi si aggiunge anche questa categoria. 
L'ultimo concorso organizzato circa un anno e mezzo fa, per l'assegnazione di 2300 posti per dirigenti d'istituto, è finito a tarallucci e vino. Infatti di tutti i posti a disposizione, ne sono stati assegnati solo 800 a causa di intoppi burocratici (buste trasparenti, errori nelle domande ecc.) che hanno causato molti ricorsi ai vari TAR (che li ha accolti), bloccando il concorso. Questo "piccolo" intoppo ha lasciato molte scuole senza preside. La soluzione a tale emergenza è stata quella di creare il dirigente in condominio: in pratica un preside già assegnato si è visto collocato anche alla direzione di un altro istituto (e la chiamate soluzione?).
A queste problematiche è stato dedicato un seminario organizzato dall'associazione TreLLE, insieme alla Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo, che si è tenuto in data 22 novembre 2012 presso il ministero dell'Istruzione. Vi hanno partecipato numerosi esperti provenienti da svariati paesi con l'obbiettivo di migliorare la scuola italiana portando il loro contributo con le loro idee. Questi ultimi hanno fornito  numerosi spunti come:

  1. i vincitori dei concorsi non diventeranno subito dirigenti scolastici ma saranno affiancati da un esperto. Dopo un anno saranno valutati da un ispettore che giudicherà il lavoro svolto. (proposta pervenuta da Claude Therot responsabile della commissione sul futuro della scuola sotto la presidenza Chirac.)
  2. introdurre un limite d'età per la partecipazione ai concorsi (50 -55 anni), come accade in molti stati europei.
  3. la scuola stessa sceglie il proprio preside in base a una lista di candidati giudicati idonei a rivestire tale carica (modello attuato in Gran Bretagna).
Oltre a queste idee sono stati forniti molti consigli tecnici su come svolgere al meglio il lavoro di preside. Anna Maria Poggi (presidente della fondazione per al scuola della Compagnia di San Paolo) spiega che il dirigente scolastico non deve avere solo il ruolo amministrativo, come accade oggi, ma deve essere un leader educativo in grado di gestire la scuola in tutti i suoi aspetti e che ha come obbiettivo lo sviluppo professionale degli insegnati

Alla luce di questo resoconto, mi trovo molto d'accordo con le dichiarazioni di Anna Maria Poggi e dei punti in elenco 2 e 3. Ritengo che il preside dovrebbe essere sempre al corrente delle attività dei suoi docenti, collaborando a migliorare il loro lavoro. Inoltre concordo con la proposta di stabilire un limite d'età per partecipare al  concorso: questo darebbe spazio a nuove persone che avranno idee più spendibili e attuabili  nel mondo della scuola moderna. 

A conclusione, posso dire che la scuola è lo specchio della società in cui viviamo. Essa getta le fondamenta per il presente e per il futuro grazie al lavoro che svolge con i nostri ragazzi. L'Italia più sarà in grado di costruire un'istruzione di qualità e all'avanguardia , più avrà un sereno avvenire. 

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